Il 5 dicembre 2013
È MORTO UN UOMO GIUSTO TRA I POPOLI
"Perché si muoia io non lo so. Sono però convinto che il senso della morte come quello della vita, dell'amicizia, della giustizia e quello supremo di Dio non si trovano in fondo ai nostri ragionamenti, ma sempre in fondo al nostro impegno". (Don Tonino Bello)
La nostra paura più profonda
non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda,
è di essere potenti oltre ogni limite.
È la nostra luce, non la nostra ombra,
a spaventarci di più.
Ci domandiamo: " Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? "
In realtà chi sei tu per NON esserlo?
Siamo figli di Dio.
Il nostro giocare in piccolo,
non serve al mondo.
Non c'è nulla di illuminato
nello sminuire se stessi cosicchè gli altri
non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo tutti nati per risplendere,
come fanno i bambini
Siamo nati per rendere manifesta
la gloria di Dio che è dentro di noi.
Non solo in alcuni di noi:
è in ognuno di noi.
E quando permettiamo alla nostra luce
di risplendere, inconsapevolmente diamo
agli altri la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
la nostra presenza
automaticamente libera gli altri.
Frederik Willem De Klerk, ultimo presidente bianco del Sud-Africa, racconta così il suo primo incontro con Nelson Mandela «Quando incontrai per la prima volta Nelson Mandela, fu nel mio ufficio a Cape Town, il 13.12.1989. Ero appena diventato Presidente. Non mi aspettavo un uomo così alto. La cosa che più mi colpì fu questa presenza che chiaramente sintetizzava in sé autorità ed un indiscutibile carisma. Durante questo incontro non parlammo assolutamente di politica. Lui cominciò a interloquire in afrikaner, la lingua dei bianchi. Ci piacemmo entrambi e capii in quel momento che potevo fidarmi di lui. Compresi che con quell'uomo tutto poteva cambiare. Da quel momento diventammo amici. Ci siamo incontrati spesso in questi anni, ricordavamo il passato, ma ogni volta rinnovavamo quell'amicizia che ha permesso al nostro Paese di camminare unito verso la riconciliazione ed il cambiamento. Tutto questo è successo grazie alla sua ostinata capacità di negoziare senza interruzione. Mandela credeva fermamente che alla fine di ogni discussione, ogni soluzione è possibile. Non bisogna mai smettere di cercarla. Ciò che fin dall'inizio mi colpì fu che quest'uomo, in qualsiasi situazione, anche la più conflittuale, aveva un rispetto assoluto verso di me».
«Un famoso poeta ha detto: "I codardi periscono molte volte prima della loro morte. Gli uomini coraggiosi, invece, conoscono la morte una sola volta". Ci sono tante persone nel mondo che possono aiutare a vincere, attraverso il loro coraggio, la lotta contro l'Aids. Spesso mi chiedono chi sia per me un vero eroe. Rispondo che per me non è qualcuno che ricopre una posizione importante. Anzi, considero eroi le persone semplici, uomini e donne comuni, che si impegnano per combattere la povertà ovunque sia».
«Ho visto morire una nipote e due pronipoti di Aids. Non c'è nessuna vergogna ad ammettere di avere una malattia e che potrebbe essere fatale. Quando ero in prigione ho avuto la tubercolosi. Da uomo libero ho combattuto con un cancro alla prostata. E ogni volta l'ho detto pubblicamente senza che nessuno mi discrimini per questo. Lancio un appello a riflettere su come ci comportiamo: non dobbiamo trattare i sieropositivi come se fossero portatori di un marchio d'infamia. Dobbiamo abbracciarli e amarli. Dobbiamo lottare contro la povertà e per i diritti umani. Ma dobbiamo anche imparare a essere vicini ai nostri cari e incoraggiarli a non perdere la speranza.
La determinazione a vivere è importante quanto le medicine».
«Parlare a qualcuno in una lingua che comprende consente di raggiungere il suo cervello. Parlargli nella sua lingua madre significa raggiungere il suo cuore»...
«Sono molto grato alla Chiesa cattolica. Quando i neri non potevano nemmeno salire su un autobus, la Chiesa cattolica li faceva vescovi e cardinali».
«Non importa quanto sia stretta la porta, quanto piena di castighi la vita. Io sono il padrone del mio destino: io sono il capitano della mia anima».
«Nessuno è nato schiavo, né signore, né per vivere in miseria, ma tutti siamo nati per essere fratelli».
Omaggio di fra fra
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